Paolo De Matteis (Piano Vetrale 1662 – Napoli 1728)
Autoritratto
Olio su tela, cm 44,5 x 35,5
Paolo De Matteis, noto pittore napoletano, lavora dal 1714 (fino al 1718 circa) all'esecuzione di una tela di grandi dimensioni, raffigurante l'Autoritratto del pittore con l'Allegoria della pace di Utrecht e della pace di Rastadt, celebrante la fine della guerra di successione spagnola. Il quadro in questione è andato perduto in data imprecisata e di esso sopravvive soltanto un largo frammento che rappresenta il pittore seduto (Napoli, Museo di Capodimonte, cm 170x118). Nuova luce su questo quadro e sulla sua genesi viene fatta allora dall'importante dipinto di collezione ITIS, che per l'evidente somiglianza dell'uomo con quello dipinto al centro della tela in argomento può essere ritenuto un'effige certa di Paolo De Matteis. Lo sguardo del personaggio rivolto verso destra, mostra agevolmente l'uso di uno specchio e quindi rivela la sua natura di Autoritratto. Il marcato realismo del volto, con le sopracciglia folte, gli occhi scuri, le rughe evidenti che solcano il volto, tracciano la storia del personaggio. La fronte alta, coperta da un copricapo nero a turbante, evidenzia la marcata calvizie dell'uomo. Il collo, solcato di pieghe, prova l'età dell'individuo che dovrebbe avere intorno ai cinquant’anni. Aspetti fisionomici che ritornano nelle descrizioni dei suoi contemporanei.Per quanto riguarda l'origine di questo Autoritratto, esso potrebbe esser nato come prima idea per la grande tela del 1714, poi leggermente modificata nella versione definitiva, dove la testa viene girata verso destra, e non più a sinistra, e il colore del copricapo mutato da nero a bianco. Il suo stato non-finito sembrerebbe avvalorare la sua natura di studio preparatorio. Il nome Maratta che si legge sull'etichetta visibile in basso sulla cornice, non deve essere ritenuto solo frutto di fantasia, come pur talvolta accade, ma deve essere letto come probabile trascrizione di una tradizione legata al dipinto e nata in seguito al soggiorno romano di De Matteis e alla sua personale conoscenza del grande maestro di Camerano.